Steve Jobs, co-fondatore della Apple e reinventore del concetto moderno di personal computer, è scomparso all'età di 56 anni. A darne notizia la sede Apple di Cupertino in California, con un comunicato in cui esprime «profonda tristezza nell'annunciare la scomparsa di Steve Jobs, i cui genio, ispirazione ed energia sono stati la fonte di innovazioni senza fine che hanno arricchito e migliorato la vita di tutti».
Una storia di vita incredibile, quella di Steve Jobs. Non si trattava semplicemente di un genio che ebbe immenso successo nel campo informatico; per molti, egli diventò un mito, un esempio, un guru, proprio per quella vita incredibile, per gli inizi folli della sua avventura aziendale, per una biografia straordinaria, mai priva di sorprese e retroscena incredibili anche nei lati più intimi.
Nel 1955, a San Francisco, nacque Steve Jobs, dalla relazione fra uno studente di origine siriane (Abdulfattah Jandali) e la compagna di studi Joanne Schieble. I due non erano sposati, e quella nascita non era per nulla desiderata. Quando il bambino nacque il padre nemmeno lo sapeva. E così il piccolo Steve venne adottato da una modesta coppia di impiegati californiani, Paul e Clara Jobs. Negli anni reincontrò la madre naturale, ma non strinse mai la mano al padre. Scoprì inoltre di avere una sorella naturale, di due anni e mezzo più piccola, si chiama Mona ed è una scrittrice.
Un ragazzo bizzarro ed anticonformista, era così che appariva Steve a chi lo incontrava da giovane. Interruppe gli studi pagati dai genitori adottivi al college di Portland in Oregon, dopo solo sei mesi di frequenza. Partì per un viaggio in India, ed al ritorno, tornò a scuola per frequentare soltanto le lezioni che gli interessavano, ovvero i corsi di calligrafia.
Eppure in un angolino remoto, un garage della California, Steve Jobs già sussurrava al mondo. Egli creava computer da zero con poche risorse a disposizione; la svolta arrivò in seguito, con un prestito concesso da un negozio di elettronica, che nel 1976, gli permise di fondare la "Apple Computer". Nel 1976, a soli 21 anni, con l'amico Steve Wozniak, era già titolare dell'azienda di informatica che oggi noi tutti conosciamo.
A soli 25 anni, quel giovanotto strampalato, valeva 100 milioni di dollari.
Più di una volta venne dato per morto, in un'occasione venne anche annunciato ufficialmente; una biografia la sua costellata di curiosità, e di leggende. Si parla di una figlia che non ha mai avuto intenzione di riconoscere.
Si racconta che i suoi dipendenti lo temessero: certe volte era cattivissimo, anzi crudele, un tiranno capace di licenziare per un niente. Ma era anche in grado di stimolare le persone e valorizzarne le attitudini.
Nella seconda metà degli anni '80, la sua stessa creatura, la Apple, lo liquidò. I vertici aziendali, non lo sopportavano. Ma a pochi anni di distanza, quegli stessi manager, lo implorarono di tornare, per ridare speranza ad un'Apple ridotta quasi al lastrico.
Durante il periodo passato fuori dalla Apple, Jobs creò la società di computer-grafica Pixar ed il sistema Next.
Il creatore dell'iPod e dell'iPhone, è stato considerato per decenni un mito dai patiti dell'informatica, per alcuni acquistare prodotti Apple, significava condividere con Jobs una linea di pensiero comune. Quando saliva sul palco per presentare personalmente i suoi prodotti, rivelava una capacità comunicativa quasi mistica. Con il suo look ultra minimal, con i suoi jeans e i suoi girocollo neri, diceva: «Il vostro tempo è limitato. Non buttatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere con i risultati dei pensieri degli altri. E non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri affoghi la vostra voce interiore. Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno già cosa voi volete davvero diventare. Tutto il resto è secondario».
Vi lasciamo al discorso tenuto da Steve Jobs alla Sanford University nel 2005.

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